Parità di genere anche nel settore digitale

Negli ultimi anni l’ONU ha più volte sottolineato le disparità di genere che esistono nel campo digitale.

Le donne che hanno accesso alle tecnologie sono in numero molto inferiore rispetto agli uomini ( secondo l’ITU, l’agenzia dell’Onu specializzata nelle ICT, almeno 250 milioni in meno).

Dunque, nonostante alcuni studi sottolineano la capacità delle donne di sfruttare al meglio le proprie e-skill per fare carriera, il numero di coloro che lavorano nell’ICT è molto inferiore a quello degli uomini. Ciò avviene a qualunque livello e in particolar modo nelle posizioni senior e dirigenziali.

Per fortuna, c’è una sempre maggiore attenzione al tema. Bisogna non solo garantire alle donne un accesso paritario alla Rete, ma fare della “uguaglianza digitale” una priorità.

Un tema fondamentale è quello delle differenze di genere nelle STEM (l’acronimo sta letteralmente per Science, Technology, Engineering and Mathematics).

Bisogna considerare che le donne che hanno compiuto un percorso di studio nell’ambito delle discipline tecnico-scientifiche sono ancora in netta minoranza rispetto agli uomini. Secondo una delle statistiche più recenti, anche se riferita al solo contesto americano, appena un quarto. Proprio per questo motivo sono stati richiesti interventi e iniziative per avvicinare le ragazze alle discipline scientifiche.

Per provare a risolvere, quindi, il digital gender gap e con la speranza che le ICT siano una via fondamentale verso l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, ITU e UN Women (un’agenzia dell’organismo internazionale che si occupa di questioni di genere), hanno lanciato, così, “EQUALS – The Global Partnership for Gender Equality in the Digital Age”. Si tratta di un programma pensato ad hoc per le donne che già lavorano nel digitale e per quelle che, invece, vorrebbero intraprendere una carriera nell’information and communication technology. Principalmente, EQUALS si focalizza su tre aree fondamentali per il superamento del gender digital divide:

l’accesso, ovvero le strategie per garantire l’accesso generalizzato a Internet e alle altre tecnologie digitali;

le skill, intese come quel complesso di conoscenze che donne e ragazze devono sviluppare se voglio diventare “creatrici” di ICT;

la leadership, poichè il superamento del digital gender gap parte anche dal permettere alle lavoratrici di assumere ruoli strategici e imprenditoriali.

Come afferma l’Onu, “la società dell’informazione è incompleta senza il contributo e la leadership femminile. Le donne devono avere accesso all’ICT e noi dobbiamo incoraggiare le loro capacità di rapportarsi con la tecnologia”.

In Italia si sente fortemente il divario di genere all’interno delle discipline delle STEM.

Secondo i dati Eurostat 2016 in Italia le donne impiegate nel settore dell’informatica e delle tecnologie sono solo il 13,8% .

Tale discrepanza uomo-donna, probabilmente, è causata dai pregiudizi di genere che allontanano, sin dall’infanzia, le donne dal mondo informatico.

Proprio per accrescere il numero delle donne in tal senso, e orientarle maggiormente verso le materie STEM, è necessario avviare specifiche iniziative. Infatti, il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con il MIUR ha stanziato 3 milioni a favore di 300 scuole per la realizzazione di campi estivi gratuiti con attività volte principalmente ad aumentare l’interesse verso la matematica, la cultura scientifica, la tecnologia, l’informatica e il coding.

 

Campo estivo, “Coding e robotica” Istituto Comprensivo Radice Sanzio     Ammaturo, Napoli

 

Per maggiori informazioni sui progetti realizzati da Paidea sulle materie STEM  contattaci o scrivi un’e-mail all’indirizzo scuole@paidea.it e insieme condivideremo un’esperienza verso l’innovazione.