Oggi vi parliamo del film animato “La stella di Andra e Tati”.
È il primo cartoon che racconta la Shoah vista con gli occhi di due bambine: le sorelle Alessandra e Tatiana Bucci. Il film d'animazione tratta la vera storia delle due sorelle ebree che all'età di 6 e 4 anni vennero deportate ad Auschwitz.
La storia di Alessandra e Tatiana Bucci
Il racconto è di Tatiana Bucci, che per 9 mesi visse da deportata ad Auschwitz-Birkenau con la sorella Andra. Lei aveva 6 anni, la sorella solo 4. La sera del 28 marzo del 1944 furono prelevate a Fiume dai tedeschi. Con loro la mamma Mira, la nonna Rosa, la zia Sonia, lo zio Jossi, la zia Gisella e il cuginetto Sergio, con cui erano solite giocare. La nonna fu uccisa nelle camere a gas quasi subito ed anche il cuginetto fu vittima delle barbarie naziste. Le due bambine invece furono risparmiate. Probabilmente perchè scambiate per gemelle e quindi ritenute soggetti interessanti per esperimenti medici. Quando il 27 gennaio 1945 i sovietici entrarono ad Auschwitz, c’erano solo 650 bambini in vita (su circa 230.000 bambini deportati) : fra loro Andra e Tatiana. La mamma Mira, sopravvissuta anch’essa, era riuscita a ricordare per tutti quegli anni i numeri tatuati sul braccio delle figlie: le bambine si riunirono alla madre nel dicembre 1946.
Il film animato
Il cartoon, regia di Rosalba Vitellaro e Alessandro Belli, è stato sostenuto dal MIUR, in collaborazione con la RAI e Larcadarte. Fa parte delle iniziative che il ministero dell’Istruzione ha messo in campo per la Giornata della Memoria del 2018, a 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali.
Primo film di animazione europeo sull’Olocausto, “La stella di Andra e Tati” vanta tra i suoi doppiatori un cast d'eccezione che comprende Loretta Goggi e Leo Gullotta e come consulente scientifico lo storico italiano Marcello Pezzetti, direttore della Fondazione Museo della Shoah di Roma e tra i massimi studiosi della Shoah e delle leggi razziali fasciste.
27 gennaio: giornata della memoria
Il film d'animazione “La stella di Andra e Tati” è disponibile on-line sul sito Rai Play.
È di sicuro uno strumento immediato e coinvolgente da far vedere agli alunni. Il film, nonostante la tragicità degli eventi narrati, ha uno straordinario lieto fine: dopo nove mesi di deportazione le due sorelle vengono liberate dal campo di Auschwitz e alla fine riescono anche a ricongiurgersi con i genitori. Cosa ha di eccezionale tutto questo? Ad Auschwitz furono deportati 230.000 bambini ebrei provenienti da tutti i paesi dell'Europa Quando il 27 gennaio 1945 furono finalmente aperti i cancelli ne trovarono vivi solo 650; Dei 776 bambini ebrei italiani deportati ad Auschwitz ne sono sopravvissuti 25.
Si può raccontare dell'olocausto ad un bambino?
Parlare dell'olocausto non è mai semplice. È difficile parlare dell'orrore vissuto dai deportati in quegli anni. Con i più piccoli può risultare ancora più complesso ma resta l'importanza di parlarne. Si può iniziare dalle leggi razziali, da come si veniva discriminati nella vita di tutti i giorni solo perchè considerati diversi, inferiori. Ci sono libri, documentari, fumetti, graphic novel, e film come quello di cui vi abbiamo parlato oggi. È un modo per avvicinarli a quello che è stato affinchè simili eventi non possano mai più ripetersi. Ridurre “l'importanza del ricordare” ad un solo giorno, appunto il 27 gennaio – giornata della memoria – però non è una scelta corretta. Bisognerebbe tracciare un percorso interdisciplinare nella didattica di tutti i giorni per far crescere nei bambini una coscienza sociale e presentare la diversità come un valore, un arricchimento culturale e non come un ostacolo.
Perchè è importante parlare della Shoah
Viviamo in un’era in cui è facile venire raggiunti e influenzati da ostilità, paure e pregiudizi nei confronti di chi non è come noi. Esistono ancora oggi bambini che muoiono a causa dell'indifferenza. Non li troviamo nei campi di concentramento ma riversi in spiaggia senza vita; sul fondo del mare con la loro pagella in tasca; nel carrello di un aereo, morto congelato.
Approfondimenti e interviste
Andra e Tatiana Bucci ospiti di Monica Mondo – 2019
Il dramma di Sergio, cavia per gli esperimenti medici dei nazisti – ora solare – 2019
Anche l'indifferenza uccide. Bisogna essere cittadini pensanti e consapevoli pronti a difendere i propri diritti e quelli degli altri, soprattutto di coloro che appartengono a categorie più fragili, svantaggiate o che sono vittime di discriminazioni. In tal senso, concludiamo l'articolo con una poesia (in origine un sermone) attribuita a Martin Niemöller sull'inattività degli intellettuali tedeschi in seguito all'ascesa al potere dei nazisti e delle purghe dei loro obiettivi scelti, gruppo dopo gruppo…
Quando i nazisti presero i comunisti,
io non dissi nulla
perché non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici
io non dissi nulla
perché non ero socialdemocratico.
Quando presero i sindacalisti,
io non dissi nulla
perché non ero sindacalista.
Poi presero gli ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.
I versi originari di Martin Niemöller