Il nostro cortometraggio contro il bullismo Step by Step

Paidea Sas per favorire i processi di inclusione degli alunni e rafforzare le loro competenze di base, propone il progetto Ciak Cartoon attraverso attività da svolgere in orario extrascolastico.

Uno degli istituti che ha partecipato con entusiasmo a questo progetto è l’Istituto Comprensivo Statale Savio-Alfieri sito in Secondigliano (Na).

L’idea di base del progetto è stata quella di non condizionare in alcun modo le idee dei singoli alunni, ma piuttosto favorire la loro creatività fornendogli nuovi strumenti espressivi. Il compito dell’esperto è stato quello di spiegare le basi di un cortometraggio e di fornire i mezzi necessari per attuarlo. La sceneggiatura, la divisione dei ruoli, le ambientazioni, la realizzazione delle scene, la recitazione sono state frutto delle idee e del lavoro dei soli alunni, anche a rischio di ottenere un risultato assolutamente non professionale.

Tutti i programmi  utilizzati sono open source e l’attrezzatura messa a disposizione è facilmente reperibile a basso costo. Questo perchè si è voluto dare agli alunni la possibilità di poter replicare l’attività anche in modo autonomo senza creare vincoli circa il budget o  difficoltà nel trovare la strumentazione.

MA ORA ENTRIAMO NEL VIVO DELL’ATTIVITÀ!

Abbiamo iniziato con la scrittura di una breve sceneggiatura (gli alunni hanno scelto un tema come “il bullismo”), dopodiché abbiamo diviso ruoli e compiti tra i diversi partecipanti in modo da responsabilizzare tutti gli alunni.

Siamo poi passati alla definizione dei personaggi, all’allestimento della scenografia ed infine alle riprese.

Ai partecipanti abbiamo insegnato come utilizzare le attrezzature necessarie: l’uso del cellulare collegato ad uno stabilizzatore d’immagini (gimbal) per le azioni in movimento, l’uso di un cavalletto per le scene statiche, l’uso delle luci e la scelta della musica.

La post-produzione è stata effettuata presso l’Apple-store di Marcianise (CE) dove i ragazzi, supportati dall’esperto Apple e grazie alle attrezzature messe a disposizione, hanno avuto la possibilità di apprendere nozioni di base di video editing e di montare le scene precedentemente registrate a scuola.

Articolazione del percorso

Il percorso si è svolto attraverso le seguenti fasi:

1) Progettazione del cortometraggio.

Durante il primo incontro, agli alunni sono stati presentati il contenuto e le finalità del progetto. Con l’ausilio della LIM, sono state mostrate slide molto lineari per spiegare quali sono le caratteristiche fondamentali di un corto. Sono stati poi proiettati diversi tipi di cortometraggi di ieri e di oggi: da “Viaggio sulla luna” fino ai moderni corti animati della Pixar come “Piper”.

Per quanto la visione dei corti abbia destato un discreto interesse, di fatto la classe si è mostrata fin dal primo giorno immediatamente più propensa a lavorare in maniera “attiva” e per questo si è deciso che tutte le ulteriori e necessarie nozioni, non ancora spiegate, sarebbero poi state esplicitate e chiarite direttamente durante le riprese del corto (attuando i principi metodologico-didattici del learning by doing).

Dunque, durante questa prima fase, agli alunni è stato solamente spiegato come si progetta un corto, dalla durata del cortometraggio alla scelta della musica.

Il secondo incontro è stato di certo quello più difficile da gestire. In questa fase, non abbiamo affrontato i problemi tecnici legati strettamente alla realizzazione del cortometraggio, ma quelli relativi al lavorare in gruppo. Dopo averli divisi in due sottogruppi, agli alunni è stato chiesto di scegliere e definire il tema del cortometraggio.

Per far sì che tutti potessero esprimere la propria idea è stato organizzato un brainstorming.

Ogni alunno doveva scrivere un tema alla lavagna: il primo che gli venisse in mente, senza pensarci troppo. In questo modo è stato possibile capire, fin da subito, che a dispetto di una certa sfrontatezza mostrata fino a quel momento, nel momento in cui è stato richiesto di riflettere su un tema a loro vicino, alcuni hanno mostrato titubanza, altri ritrosia, altri perfino scarsa reattività. Poco alla volta, però, adeguatamente spronati e attraverso il confronto vicendevole, hanno iniziato a scrivere e sono emersi temi molto interessanti ed attuali: bullismo, violenza sui minori, integrazione ed immigrazione.

É dunque sorprendentemente emerso che, a parte il bullismo, alcuni eventi che sembrano appartenere al mondo degli adulti, fanno già parte del presente degli adolescenti.

Ogni alunno ha spiegato la scelta del proprio tema scritto alla lavagna. A questo punto è stato chiesto loro di scegliere uno dei temi proposti, quello che il gruppo classe preferiva, al fine di approfondirlo per poi creare un cortometraggio. Cosa più facile a dirsi che a farsi! Ogni alunno sembrava abbastanza deciso a restare ancorato alla propria scelta senza voler dar spazio alle idee ed al pensiero altrui. Questo comportamento ovviamente ha scoraggiato i più timidi che, quindi, hanno preferito non dibattere ed assecondare le idee dei compagni più vivaci.

Partendo dal presupposto che ogni idea espressa è stata interessante, al fine di dare a tutti la possibilità di esprimere il proprio gradimento circa un tema, è stato deciso di effettuare una votazione per alzata di mano. Il tema che ha avuto maggiori consensi è stato “il bullismo”.

Nel terzo incontro sono state spiegate brevemente le fasi dello storytelling: l’arte di raccontare una storia. Anche in questo caso la spiegazione teorica è durata solo pochi minuti, il tempo di illustrare alla lavagna una time-line ed indicare inizio, fine, conflitto e risoluzione del conflitto. Agli alunni è stato anche suggerito di non inventare storie troppo complesse che sarebbero poi risultate difficili da realizzare.

Anche in questo caso, la gestione del gruppo di lavoro non è stata semplicissima in quanto alcuni cercavano di imporre le proprie idee al resto della classe. È stato quindi introdotto il concetto di “compromesso”. La storia doveva cercare di riassumere le idee di tutti ed avere lo stesso tempo una propria intrinseca coerenza. Ogni alunno doveva imparare a rinunciare ad una parte della sua storia in favore delle idee e delle proposte di un altro, ma in cambio avrebbe potuto inserire quella scena o quel dialogo a cui invece teneva di più.

Nel quarto incontro, con le idee un po’ più chiare sul racconto da scrivere, i ragazzi hanno iniziato a inventare e scrivere il soggetto utilizzando uno story-board per definire azioni e tempi. Per motivi tecnici (difficoltà di registrare una buona qualità dell’audio) ma anche per scelta degli alunni, il corto non ha dialoghi. La difficoltà maggiore quindi sta nel far capire al fruitore ciò che accade, esclusivamente con le immagini.

                                                 

 

La storia è stata scritta poi in digitale seguendo le regole di una sceneggiatura americana.

La sceneggiatura realizzata dagli alunni parla di una ragazza che viene presa in giro di continuo dai suoi compagni di scuola. Decide di non parlarne con nessuno, ma una sua compagna di banco la sorprende mentre dei bulli la spingono per terra nel corridoio della scuola. In quel momento non sa che fare e, quindi, sceglie di non intervenire. Successivamente decide di coinvolgere tutti i compagni di scuola per difendere l’amica. I bulli si troveranno accerchiati dagli studenti ed, inermi, non potranno fare altro che arrendersi.

2) Riprese del corto.

Durante questa fase i partecipanti si sono divisi compiti e ruoli al fine di iniziare a girare le scene. Gli alunni si sono assegnati i ruoli in base alle loro esperienze ma, soprattutto, in base a ciò che preferivano fare. A sorpresa, la richiesta di partecipare come attori/attrici è partita da alcuni componenti della classe che si erano mostrati inizialmente tra più timidi. Una volta definiti gli attori, sono stati assegnati gli altri ruoli: il regista, l’aiuto regista, il cameramen e l’addetto alla musica.

La strumentazione fornita agli alunni è stata la seguente: uno stabilizzatore d’immagine (gimbal) leggero, maneggevole ed abbastanza facile da utilizzare; un cellulare dotato di una buona fotocamera; un cavalletto.

L’ambientazione scelta è stata la scuola, per cui non è stato necessario realizzare scenografie. È stato però fondamentale verificare bene i luoghi, le aule, l’esposizione rispetto alla luce del sole e le zone libere da altri studenti. La prima scena registrata, per esempio, è stata il finale. Questo perchè, essendo stato deciso che doveva svolgersi nella palestra della scuola, era l’unico ambiente libero da altri studenti in orario extracurricolare. Gli studenti hanno quindi anche compreso come spesso, nella realizzazione dei film, non necessariamente le scene vengono girate rispettando la sequenza cronologica degli eventi raccontati.

                  

Ogni scena è stata girata più volte. Ogni volta gli alunni, rivedendosi, trovavano errori e li correggevano. Per esempio: in alcune scene “compariva il regista!”, in altre l’inquadratura non era quella prevista dal regista, in altre c’era poca luce, e molto altro.

Per la realizzazione delle riprese di tutte le scene sono stati necessari due incontri.

Di sicuro questa è stata la parte del progetto più divertente e coinvolgente. Gli alunni hanno mostrato molto interesse, partecipazione attiva e grande entusiasmo.  Nel rivedersi ogni volta nelle scene registrate quasi non credevano ai loro occhi e faticavano a riconoscersi. L’utilizzo del gimbal ha infatti reso la ripresa delle scene molto professionali e gli alunni si sono divertiti nell’usarlo.

Questo positivo clima di lavoro è stato riferito anche in famiglia, tanto che alcuni genitori hanno riportato ai docenti interni, impegnati nel progetto, il positivo coinvolgimento dei propri figli nelle attività proposte.

3) Verifica delle scene e scelta della musica.

Al termine delle riprese, con l’aiuto della LIM, gli alunni hanno verificato il lavoro svolto tramite la visualizzazione dei filmati registrati. I filmati sono stati rinominati e suddivisi in sottocartelle. Sono state quindi scelte le scene migliori e definiti i punti di taglio.

In questa fase è stato anche pianificato il lavoro di montaggio scegliendo la colonna sonora da inserire nelle diverse scene. Tutte le musiche utilizzate sono libere (non coperte da copyright).

3 bis)

Gli alunni, al termine delle riprese, hanno iniziato un ulteriore lavoro. Non era stato previsto dal progetto ma, essendo l’idea interessante, abbiamo deciso di realizzarla. Gli alunni si sono divisi in coppie ed ogni coppia ha scritto un breve dialogo (due battute) tra un bullo e la sua vittima. Il bullo prende in giro con battute offensive e sferzanti la vittima ma quest’ultima, invece di avere un atteggiamento remissivo, risponde con una battuta sarcastica vincente. Le scene sono state registrate con l’aiuto di un cavalletto in modalità statica. La scenografia è stata realizzata dai ragazzi che hanno disegnato e colorato su un rotolo scenografico. Il disegno rappresenta un bullo che insulta un compagno di classe. La vittima è, però, rappresentata con un atteggiamento sfrontato e soddisfatto.

                                                                                      

 

4)  Il montaggio e la post produzione.

La post produzione è stata effettuata esternamente all’istituto scolastico. Gli alunni si sono, infatti, recati presso l’Apple Store di Marcianise allo scopo di poter utilizzare attrezzature specifiche messe a disposizione dallo store. Con l’aiuto del tutor hanno, quindi, montato insieme le scene che erano state già precedentemente selezionate; hanno inserito la musica; hanno inserito un’introduzione, il titolo iniziale ed i titoli di coda.

                

Durante l’ultimo incontro è stato presentato ai genitori degli alunni il cortometraggio finale “L’unione fa la forza”, i quali hanno riportato sia il loro entusiasmo che quello dei propri figli.

Il risultato finale ha, infatti, positivamente sorpreso e compiaciuto tutti.

Il progetto si è concluso con la presentazione di tutti i progetti ‘Scuola Viva’ svolti presso il suddetto Istituto Comprensivo Statale Savio-Alfieri, alla Galleria Principe di Napoli, Sala Gemito, alla quale ha partecipato anche l’Assessore all’Istruzione Lucia Fortini.

Metodologie didattiche

Le metodologie didattiche utilizzate per lo svolgimento del modulo sono:

Peer Education: strategia educativa che mira a favorire la comunicazione tra giovani riattivando lo scambio di informazioni e di esperienze interne al gruppo dei pari.

Cooperative learning: costituisce una specifica metodologia d’insegnamento attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili delle attività.

Action learning: è una strategia d’apprendimento basata sull’esperienza attraverso la quale gli studenti imparano da e insieme con gli altri.

Learning by Doing: lo studente apprende la lezione attraverso delle simulazioni. Tutte le conoscenze acquisite vengono messe in pratica attraverso degli esempi pratici.

Finalità e competenze acquisite

Il modulo “Ciak Cartoon” ha contribuito ad incrementare le competenze degli studenti in lettura e scrittura; ha permesso di conseguire conoscenze e abilità di base ed il loro potenziamento; il lessico degli studenti è stato arricchito in modo da produrre un contenuto scritto adeguato alla richiesta ed allo scopo comunicativo; sono state  acquisite nuove competenze legate al mondo digitale e sono state rafforzate le capacità di team working e di problem solving; sono state sviluppate le capacità di auto percezione e di autovalutazione, nonché la capacità di affrontare in modo critico e costruttivo l’analisi di problematiche che coinvolgono l’individuo e la società.

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